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06
DIC
2015

Egitto, la tenerezza del prendersi cura

Dopo aver sostato a Betlemme, seguiamo i primi passi della Santa Famiglia. Questi primi passi ci costringono ad un cammino doloroso e pieno di paura: quello che Gesù, Maria e Giuseppe devono fare fino in Egitto per sfuggire alla violenza inumana di Erode.

Il Bambino Gesù si trova a condividere la sorte di tanta parte dell’umanità che in tutti i tempi, anche oggi, deve fuggire dalla sua terra, deve affrontare la violenza e cercare salvezza dalla guerra e dalla persecuzione. In questo doloroso cammino, Gesù è custodito dall’amore di sua madre e dalla tenerezza, piena di forza e coraggio di Giuseppe.

In Egitto vi è un luogo che la tradizione riconosce come quello abitato dalla S. Famiglia in fuga da Erode: il Santuario di Assiut, custodito dalla preghiera e dal lavoro di una comunità di monaci della Chiesa ortodossa copta. Siamo così invitati al ricordo e alla preghiera per tutti i cristiani di Egitto (la maggior parte dei quali è di confessione copta) che vivono da sempre in quel grande paese, e che ora costituiscono una minoranza che, anche di recente, ha subito stragi e martirio.

In questa sosta in Egitto contempliamo la tenerezza con cui S. Giuseppe si prende cura del Bambino Gesù; sentiamoci invitati a qualche gesto di tenerezza nel prenderci cura di chi abbiamo vicino (a partire dalla nostra famiglia) o di chi ha più bisogno di un gesto di attenzione, di una parola di incoraggiamento, di un segno di consolazione.

Don Luca