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20
MAR
2022

Chiamare le cose con il proprio nome…

In occasione della terza settimana di Quaresima, come di consueto condividiamo le parole di Don Mauro, parroco della Comunità Pastorale Paolo VI.

I giorni di Quaresima trascorrono come gli altri periodi dell’anno tra alti e bassi. Eppure c’è una sofferenza che ci coinvolge ed è la crudeltà della guerra, che sta provocando morti, dolore, sofferenza e distruzione nella terra di Ucraina.

La crudeltà provoca innumerevoli persone senza cibo e senza casa, in fuga verso zone meno rischiose. E’ innegabile anche la generosità che si è immediatamente attivata per raccogliere e inviare aiuti umanitari. Chi aggredisce , comunque, sembra non capire il dolore e in modo cinico e demoniaco continua a provocarne. Intanto l’insicurezza internazionale è sempre più palpabile e il linguaggio ordinario sempre più conflittuale.
La situazione fa crescere insicurezza, paura e rassegnazione, che si esprime nella domanda: cosa possiamo fare?
Non c’è una risposta perché sarebbe semplificatoria. Reagire, ma come? Inveire, ma con quale conseguenze? Arrabbiarci, ma non si rischia di essere ancora meno lucidi? Sono tutte reazioni legittime e, in un certo senso, sintomo di persone capaci di assumere le situazioni del mondo in cui vivono.
Nello stare dentro questo tempo, è utile leggere l’articolo riportato nelle pagine di ‘camminare insieme’ dal titolo “La voce del Papa, che grida nel deserto” per conoscere cosa il Papa e i suoi collaboratori stanno facendo.
Noi, come afferma un autore, “ci troviamo come i discepoli di Emmaus immersi in una rassegnazione che ci sembra impossibile elaborare”. Eppure, c’è un modo di stare accanto all’accoglienza dei profughi, all’invio di aiuti umanitari, all’informazione non curiosa che diventa intercessione, preghiera. Con le parole riprese dal Papa nell’udienza generale di mercoledì scorso: è la preghiera del Vescovo di Napoli don Mimmo Battaglia che facciamo nostra:

Perdonaci la guerra, Signore.
Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi misericordia di noi peccatori.
Signore Gesù, nato sotto le bombe di Kiev, abbi pietà di noi.
Signore Gesù, morto in braccio alla mamma in un bunker di Kharkiv, abbi pietà di noi.
Signore Gesù, mandato ventenne al fronte, abbi pietà di noi.
Signore Gesù, che vedi ancora le mani armate all’ombra della tua croce, abbi pietà di noi!

Perdonaci Signore, perdonaci, se non contenti dei chiodi con i quali trafiggemmo la tua mano, continuiamo ad abbeverarci al sangue dei morti dilaniati dalle armi.
Perdonaci, se queste mani che avevi creato per custodire, si sono trasformate in strumenti di morte.
Perdonaci, Signore, se continuiamo ad uccidere nostro fratello, perdonaci se continuiamo come Caino a togliere le pietre dal nostro campo per uccidere Abele.

Perdonaci, se continuiamo a giustificare con la nostra fatica la crudeltà, se con il nostro dolore legittimiamo l’efferatezza dei nostri gesti.
Perdonaci la guerra, Signore. Perdonaci la guerra, Signore.

Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, ti imploriamo! Ferma la mano di Caino!
Illumina la nostra coscienza, non sia fatta la nostra volontà, non abbandonarci al nostro agire! Fermaci, Signore, fermaci!
E quando avrai fermato la mano di Caino, abbi cura anche di lui. È nostro fratello.
O Signore, poni un freno alla violenza!
Fermaci, Signore!
Amen.

E’ la preghiera a Maria, regina della pace, Vergine della Tenerezza di Kiev e di Mosca, di Fatima e del mondo intero perché si compia il miracolo della pace.

Don Mauro