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07
GIU
2020

Il viaggio non finisce mai

Carissimi,

alla vigilia dell’ultimo giorno di scuola mi emoziono pensando a tutto quello che quest’anno abbiamo dovuto affrontare. Non possiamo neppure salutare chi finisce un ciclo, gli studenti di quinta primaria e di terza secondaria. È stato un viaggio complesso, ma non c’è bisogno che ve lo dica perché lo abbiamo compiuto insieme. Mi verrebbe la tentazione di pensare adesso mi siedo e mi riposo, ma so che non è quello che mi aspetta e nemmeno quello che voglio. 

Mi ritrovo molto in quello che scriveva Josè Saramago “Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: “Non c’è altro da vedere”, sapeva che non era vero. La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già fatti, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito”. (da “Viaggio in Portogallo”). 

Io ho già iniziato da tempo un nuovo viaggio, un viaggio parallelo che qualcuno definirebbe dominato dall’inquietudine alla ricerca di soluzioni per quello che settembre ci prospetta. Quello a cui come scuola siamo chiamati è avere una visione originale, vitale, dinamica, non ovvia. Solo un pensiero aperto può affrontare le notizie ondivaghe e gli scenari variegati, come li ha definiti una mamma, che ci vengono prospettati, solo con esso potremo spalancare visioni ampie anche in spazi ristretti. Appena ce lo consentiranno vi daremo un quadro certo. 

Qualcuno mi ha chiesto dove si trova l’energia. Io la attingo dalla compagnia di chi viaggia con me, perché anche questa volta non sono sola: ci sono tutte le persone che nella scuola lavorano, a partire dai docenti, e che non si tirano indietro quando c’è un progetto da portare avanti. Ci sono i genitori senza il cui supporto nulla sarebbe possibile, ma soprattutto ci sono i bambini e i ragazzi che mi inondano della loro carica.

Se mi limito solo all’ultima settimana con l’incontro a distanza dei ragazzi di seconda secondaria con quelli dell’Istituto Ventorino di Catania ne traggo energia da vendere. Nell’arco di un paio d’ore ci hanno parlato di attenzione continua e ricerca della bellezza, del sentirsi voluti bene dai loro insegnanti, della necessità di avere occhi colmi di speranza e spensieratezza.

Siamo stati richiamati al non pensare a quello che ci manca, ma a come possiamo renderci utili e a quale contributo possiamo dare.

Qualcuno con stupore ha citato un compagno che ha scoperto che “la scuola è bella”.

La scuola così è proprio bella. È la scuola che vogliamo.

È la scuola che, dopo un’estate che si spera essere ristoratrice per tutti, ci attenderà a settembre.

Arrivederci allora. Vi aspetto tutti, anche chi nel frattempo sarà passato alla secondaria di secondo grado perché per loro ci sarà un momento di saluto.

Un abbraccio riconoscente 

Anna Asti