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19
MAR
2017

Giochiamo per imparare a “risolvere problemi”

Nelle scorse settimane i ragazzi della scuola secondaria sono stati impegnati con diverse competizioni matematiche dal “Kangourou della matematica” a “Matematica senza Frontiere”. Nel primo caso si tratta di un gioco-concorso già sperimentato nella nostra scuola con lo scopo di promuovere la diffusione della cultura matematica di base. La seconda, invece, è una competizione di matematica che per la prima volta abbiamo proposto alle classi prime e terze secondaria e non valorizza solo le potenzialità del singolo, ma anche, e in misura determinante per il successo, la capacità del gruppo di integrare e valorizzare le doti dei singoli nel lavoro comune, presentandosi come una sfida rivolta alla classe intera che si organizza al suo interno per affrontare la prova in modo coordinato.

La prossima settimana sarà il turno dei bimbi di quarta e di quinta che hanno scelto di aderire ai Campionati junior di giochi matematici. Qualcuno ci ha chiesto il perché di questa proposta e noi affidiamo la risposta alle parole degli organizzatori, “mateinitaly” con la collaborazione del Centro PRISTEM dell’Università Bocconi e del Centro “matematita” dell’Università degli Studi di Milano.

“Che i giochi siano un veicolo importante per aiutarci a portare l’attenzione degli studenti sulle questioni matematiche è chiaro a chiunque si sia trovato a insegnare matematica in un qualunque ordine di scuola, ma è vero soprattutto per chi lavora con i bambini della scuola primaria che da sempre giocando imparano a “risolvere problemi”, cioè a fare proprio quello che la matematica prevede.
Ci sono alcuni bambini per i quali la competizione con se stessi o con altri, che è intrinseca al gioco, è un fattore respingente che crea ansia e non induce il piacere della sfida e della conquista. Ci sono altri bambini, invece, che, davanti a una sfida, esprimono il meglio delle proprie capacità. Agli uni e agli altri abbiamo, come docenti, il compito di insegnare come gestire in modo proficuo il momento del confronto, senza timore e senza prevaricazioni.
I Campionati junior vogliono offrire un’occasione “protetta” in cui i nostri allievi possano mettersi alla prova e cercare di misurare le proprie attitudini contando sul nostro sostegno e sulla nostra complicità. Naturalmente, il nostro giudizio delle loro capacità non dipenderà da come si classificheranno nei Campionati ma da come affronteranno anche questo “lavoro”.
Se qualcuno che non se l’aspettava scoprirà di essere bravo a fare i giochi, noi avremo guadagnato un allievo più attento e disposto anche a sopportare la routine dell’addestramento e delle tecniche. Ma l’esperienza dei giochi sarà stata utile anche per quei bambini che in classe trovano tutto troppo facile e nei giochi troveranno invece un po’ di pane per i loro denti.  I giochi che i Campionati propongono non saranno infatti esercizi standard, ma cercheranno, in termini molto semplici, di stupire e di proporre domande impreviste, di incuriosire e di intrigare”.

Buon gioco a tutti!